La FIALS, a seguito delle gravi destabilizzazioni interne al Paolo VI° e alla galassia delle opere della Curia denunciate pubblicamente su alcuni organi di stampa, manifesta grande preoccupazione per la precarietà della gestione economica e per il pericolo concreto della salvaguardia dei posti di lavoro che coinvolgono ed interessano le Opere della Curia di Pescara.
Nello specifico, si tratta delle Strutture di Fraternità Magistrale, Fondazione Paolo VI e Fondazione Caritas.
La Fondazione Fraternità Magistrale opera nel campo delle attività socio-assistenziali per anziani ed occupava circa 30 dipendenti (si ricorda che la struttura è stata chiusa improvvisamente dal Vescovo Mons. Valentinetti con il licenziamento di tutte le unità lavorative e l’allontanamento dei 65 pazienti ospiti in quel momento).
Ad
oggi è in atto una dura vertenza dei lavoratori che vede al loro fianco
schierati, oltre che i Sindacati, anche alcune forze politiche
regionali con un tavolo di crisi aperto presso l’Assessorato Regionale
alle Politiche Sociali.
Pare che lo stesso Valentinetti abbia espresso la volontà di una possibile vendita (anche se ci sarebbe da accertare la sua fattibilità in quanto la Fraternità risulta una donazione !)
a imprenditori privati della sanità i quali avrebbero manifestato il
loro “interesse” a patto che la struttura risulti libera da ogni
vincolo, ovvero lavoratori e pazienti.
Da queste voci sembra che si voglia arrivare alla forzata chiusura.
La Fondazione Papa Paolo VI agisce sia nel campo della sanità che del 3° settore.
Di recente sembra sia stato allontanato, da parte del Vescovo, il coordinatore Don Marco Pagniello (si dice dallo stesso Valentinetti fortemente voluto nel 2016 al posto del Sac. Don Antonio di Giulio per risanare le asfittiche economie dell’Ente – avvicendamento che tutt’ora porta dietro dei pesanti strascichi in quanto lo stesso Don Antonio ha portato il Vescovo in tribunale proprio impugnando la legittimità dell’operazione).
Insieme a Don Marco Pagniello il Vescovo avrebbe accantonato tutto lo staff di professionisti messo al suo fianco per il rilancio dell’Ente e culminato poi con l’allontanamento di alcuni Dirigenti sottoposti a mobbing e trasferimenti. A questo si aggiunge il plateale licenziamento in tronco di un Direttore Sanitario della Fondazione che ha intentato ricorso giudiziale contro il provvedimento disciplinare con esposti fatti anche presso la Procura della Repubblica.
Questa
situazione, a nostro avviso, ha prodotto un forte regressione della
Fondazione, cosa certificata dalle incerte gestioni dei Centri che
stanno producendo disagi e conflitti tra tutto il personale e che
sarebbero sfociate in diverse lettere di gruppi di operatori inviati al
Vaticano (Segreteria di Stato e Nunziatura Apostolica) che sul “caso
Fondazione” avrebbe aperto un corposo Dossier.
Al
contempo, l’opera di risanamento economico portato avanti con decisione
da Don Marco con una serie di iniziative gestionali che hanno coinvolto
nella trattativa anche le 5 sigle sindacali firmatarie del Contratto di
Lavoro (con le quali si è sottoscritto importanti accordi aziendali di
2° livello), denota una evidente inversione di tendenza.
Vi è il concreto pericolo che il già precario bilancio possa tornare a presentare drammatiche passività mettendo così a rischio i posti di lavoro di oltre 450 operatori sanitari impiegati presso gli oltre 10 centri della Paolo VI.
Ma mettendo anche a rischio la possibilità di cura ed assistenza di centinaia di cittadini.
Situazione, questa, che esporrebbe la struttura, vista la sua
vulnerabilità economica, ad una possibile acquisizione da parte di altri
e fortemente interessati imprenditori sanitari, come e più di
Fraternità Magistrale.
È bene tenere a mente che la Fondazione Paolo VI gode di un accreditamento sanitario con la Regione Abruzzo per fatturato che supera i 15 ml. di euro e ha la piena proprietà di molte delle strutture dove opera. Questo la rende estremamente appetibile sul “mercato”.
Assistiamo,
inoltre, ad una inversione nella positiva impostazione data dal
precedente coordinatore in tema di relazioni Sindacali. Assistiamo ora
che anzichè con i Sindacati legittimati alla contrattazione si svolga un
confronto con un solo sindacato autonomo (e non firmatario del
contratto collettivo di lavoro e, quindi, non leggittimato) a cui il
Vescovo sembra continui a dar udienza – seppur in via del tutto
riservata – e al quale pare continui a dare concessioni a diverse loro
istanze.
Questo ha ingenerato l’idea, tra i lavoratori, di una celere iscrizione di massa a questo Sindacato autonomo tesa alla rivendicazione dei loro vantaggi (ritiro di licenziamenti di loro iscritti, revoca di trasferimento di sede della loro Rappresentante sindacale aziendale, promozione a Direttore di centro di un loro iscritto ecc.).
Questa situazione è stata oggetto di un acceso confronto con il Vescovo a cui tutti i sindacati hanno stigmatizzato il colpevole ed anomalo comportamento e manifestato, altresì, l’intenzione di ricorrere al Giudice del lavoro per palese condotta antisindacale qualora tale condotta discriminatoria non cessi immediatamente.
La
Fondazione Caritas che grazie all’incessante opera nel settore sociale
svolta da Don Marco Pagniello ha portato l’Ente ad essere uno dei
principali punti di riferimento in Abruzzo del settore a cui tutti gli
Assessori Comunali della provincia di Pescara, e non solo, fanno
riferimento sia nello sviluppo di progetti professionali di accoglienza
dei disagi e sia in occasione di criticità dovute ad emergenze sociali a
cui la Caritas ha sempre risposto presente.
Oggi
la Fondazione conta oltre 100 dipendenti strutturati e gode di ottima
salute economica e finanziaria. Nonostante ciò si fanno sempre più
ricorrenti le voci interne alla Fondazione ed a tutta la Diocesi che
presto Don Marco sarà allontanato anche dalla Caritas per imponderabili
ragioni che solo Mons. Valentinetti potrebbe esporre.
Per
tutte queste ragioni la FIALS intende denunciare e sensibilizzare tutte
le Istituzioni che, a diverso grado ed interesse, potrebbero essere
coinvolte e la stessa Curia di Pescara affinché il futuro dei circa 600
dipendenti (in parte già compromesso – vedi quelli della Fraternità -)
venga salvaguardato tornando ad una gestione più professionale e
trasparente di aziende che non possono essere gestite con gli stessi
criteri di umorale discrezionalità con cui vengono gestite le parrocchie
dallo stesso Vescovo e che pare tante critiche gli stiano procurando.