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Lettomanoppello, la “Città della Pietra”, scrive una nuova pagina del suo percorso artistico e identitario. Il celebre artista belga Jan Fabre, tra i protagonisti più autorevoli dell’arte contemporanea internazionale, ha realizzato a Lettomanoppello l’opera “I TRY / I CRY”, nuovo Pietrales che diventerà l’ottantesimo del progetto urbano dedicato alla pietra come linguaggio d’arte e di memoria.

Al suo arrivo in paese, Fabre è stato accolto in Comune dal Sindaco Simone Romano D’Alfonso, dalla Delegata al Turismo, Città della Pietra e Pietrales Arianna Barbetta, e dal Presidente del Consiglio Comunale Luca Addario, insieme a figure di rilievo del panorama artistico come il professor Giacinto Di Pietrantonio, presidente del progetto Pietrales e tra i più importanti critici d’arte italiani, Stefano Faccini, direttore artistico del progetto, e Giusy Caroppo, curatrice d’arte contemporanea e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Un’accoglienza corale che ha sottolineato la valenza culturale dell’iniziativa e il riconoscimento di Lettomanoppello come luogo di incontro tra arte, territorio e contemporaneità.

Durante la sua permanenza, Fabre ha vissuto il paese con curiosità e partecipazione, visitando il centro storico, i laboratori artigiani e i Pietrales già installati, condividendo momenti di dialogo con cittadini, artisti e scalpellini locali. L’intervento è nato all’interno del laboratorio di Sante Aceto, dove Fabre ha lavorato a stretto contatto con maestri della pietra nei giorni 5 e 6 ottobre 2025.

L’opera è composta da due lastre di pietra bianca della Maiella, donate da MajellaStone, sulle quali sono incise le parole “I try” e “I cry” – “io provo” e “io piango” – un dittico essenziale che riflette la poetica dell’artista: la tensione tra forza e fragilità, tra corpo e spirito, tra tentativo ed emozione. Le due lastre, non ancora installate, saranno collocate su un muro convesso del centro storico, scelto dallo stesso Fabre durante una passeggiata tra i Pietrales già presenti nel borgo. Le superfici, si fronteggeranno creando un dialogo vibrante e poetico tra le due parole. La forma del muro amplificherà il senso di intimità e ascolto reciproco che l’opera evoca, trasformando un angolo del paese in uno spazio di meditazione e partecipazione.

“Appena sono venuto a conoscenza del progetto Pietrales ho subito chiesto di poter partecipare, perché mi è sembrato un progetto unico. L’arte per un piccolo paese, Lettomanoppello, che viene fatta e collocata sulle pareti delle case dei suoi abitanti è cosa unica e rara. Questo mi ha fatto sentire subito in sintonia e sentire che dovevo esserci. Infatti parlerò con tutti i miei amici artisti per sollecitarli a partecipare. Ho voluto fare un’opera composta di due grandi Pietrales su uno ho scritto I TRY e sull’altro I CRY. Provo e Piango, perché è da una vita che provo a fare arte, avendo la sensazione di fallire ogni volta, perché ho la sensazione di non riuscire, e per questo che continuo a provare ancora con una nuova opera come questa volta col Pietrales”, ha dichiarato Fabre durante il suo soggiorno a Lettomanoppello.

Il Presidente Giacinto Di Pietrantonio ha commentato: “La richiesta spontanea di un artista internazionale come Jan Fabre di voler partecipare al progetto Pietrales è una conferma della bontà, importanza e necessità del progetto. Con la sua opera I TRY I CRY, da lui fatta Lettomanoppello, il paese si arricchisce dell’opera di un artista di valore internazionale, avendo altresì esposto in tanti grandi musei di arte antica nel mondo come il Louvre, l’Ermitage, Capodimonte e contemporanei quali il MADRE, il Centre Pompidou, o manifestazioni come la Biennale di Venezia, Dokumenta Kassel. Per cui voglio ringraziare a nome dei miei concittadini tutti quelli che hanno collaborato con Fabre come Stefano Faccini, Armando Di Nunzio, Federico Giangrandi, Nicola Antonelli le autorità come il Sindaco Simone Romano D’Alfonso e l’Assessore Arianna Barbetta. Voglio ringraziare soprattutto Jan Fabre per la generosità nell’aver donato l’opera, avviando, così, il progetto Pietrales di Lettomanoppello nel circuito dell’arte internazionale.”

L’artista, profondamente colpito dall’atmosfera del paese e dal suo legame con la pietra, ha espresso il desiderio di tornare presto a Lettomanoppello. Sarà infatti presente in primavera per l’inaugurazione ufficiale dell’opera, che avverrà insieme agli altri scultori protagonisti del progetto.

L’intervento di Jan Fabre rientra nel progetto di Valorizzazione della Città della Pietra e “Pietrales”, promosso dal Comune di Lettomanoppello. Da anni, il progetto Pietrales rappresenta un modello virtuoso di arte pubblica diffusa, accessibile e inclusiva, con un percorso in parte fruibile anche da persone con disabilità motorie e visive e accompagnato da audioguide in italiano e inglese, che rendono l’esperienza artistica aperta a tutti.

«Il progetto Pietrales – ha sottolineato l’assessore delegato al turismo e città della pietra e pietrales Barbetta – rappresenta per Lettomanoppello un percorso di valorizzazione artistica e identitaria che cresce di anno in anno, grazie al dialogo tra arte contemporanea e tradizione locale. È un modo per raccontare la nostra storia attraverso la pietra, trasformandola in segno, parola e emozione. La partecipazione di artisti di fama internazionale come Jan Fabre conferma la capacità del progetto di aprirsi al mondo, mantenendo salde le proprie radici.»

«Accogliere Jan Fabre – ha aggiunto il sindaco D’Alfonso – è stato un grande onore per il nostro paese. Con l’80° Pietrales celebriamo la nostra vocazione all’arte e alla bellezza, unendo tradizione e innovazione. Lettomanoppello conferma così il suo ruolo di città viva, capace di attrarre e dialogare con i protagonisti della scena artistica internazionale.»

Le due lastre verranno installate e inaugurate nella prossima primavera, alla presenza di Jan Fabre e degli altri artisti che hanno realizzato gli 80 Pietrales del progetto. In passato hanno contribuito al percorso durante il Festival “10 Giornate in Pietra” artisti di rilievo internazionale come Ugo La Pietra, e lo scultore non vedente Felice Tagliaferri, assieme a nomi come Nando Crippa, Marta Fresneda Gutiérrez, Sahar Khalaji, Marija Markovic, Luca Marovino.

Queste collaborazioni confermano il valore del progetto: non è solo un’opera isolata, ma un cammino continuativo, che unisce la storia degli scalpellini locali, sperimentazione contemporanea, inclusività e arte pubblica diffusa.

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