I Carabinieri della Stazione di Penne, a seguito delle indagini scaturite dalla denuncia di un ragazzo 20 enne, fortemente preoccupato per la sua incolumità, nella tarda serata di ieri 14 maggio, hanno arrestato in flagranza, per il reato di estorsione, un giovane pregiudicato di 22 anni, residente nella locale cittadina della provincia pescarese.
La vittima vessata dalle pressanti richieste del soggetto arrestato, in preda allo sconforto e alla disperazione decideva di rivolgersi ai Carabinieri di Penne per porre fine ad un vero e proprio incubo.
Tra i due, nel recente passato, si era instaurato un forte legame di amicizia; spesso passavano insieme le loro giornate e nulla faceva presumere che questo rapporto potesse degenerare in pesanti minacce, violenze fisiche ed insistenti richieste di soldi.
Dalle prime pretese di denaro, dapprima accettate dalla vittima, mascherate in quelli che potevano sembrare piccoli prestiti derivanti da un aiuto nel contesto di un sano rapporto di amicizia, si è presto giunti a pretese sempre più incalzanti e violente. Ammonterebbe a circa 5000 euro la somma ceduta al ragazzo arrestato, in più riprese e con richieste sempre più brutali e prepotenti.
“Ti sparo in faccia, ti brucio la macchina, ti sgozzo”; questo il tenore delle minacce che la vittima avrebbe subito, se solo non avesse assecondato le richieste di denaro del suo “amico estorsore” col quale, oltretutto, non aveva mai contratto alcun debito. Non sono mancate neanche feroci aggressioni fisiche, in un’occasione la vittima sarebbe stata colpita da violenti pugni in volto che gli avrebbero procurato lesioni tali da non consentirgli nemmeno di mangiare per un lungo periodo.
I fatti che hanno condotto all’arresto in flagranza nascono dall’ultima delirante richiesta dell’estorsore. Un mancato passaggio in auto, negato dalla vittima che voleva in qualche modo iniziare a prendere le distanze da questa situazione ingestibile, sarebbe stata la causa di un debito di 300 euro, salito dopo 24 ore a 500 euro. Scatta la denuncia ai Carabinieri e la richiesta di aiuto per l’ennesima richiesta di denaro preceduta da numerosi messaggi minatori inviati al telefono del malcapitato.
Questa volta però, all’appuntamento per la conseguente cessione del denaro all’aguzzino, erano presenti anche i militari dell’Arma che, dopo aver bloccato il ragazzo e sequestrato le banconote cedute, lo traevano in arresto con la pesante accusa di estorsione.