I “Fantastici 4” dipingono di biancazzurro il Brasile

I “Fantastici 4” dipingono di biancazzurro il Brasile

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Chiamateli  “I Fab Four”, come i Beatles, oppure “I Fantastici Quattro”, come i Supereroi dei fumetti targati Stan Lee: Marco Verratti, Ciro Immobile, Lorenzo Insigne e Mattia Perin dipingeranno il Brasile di biancazzurro Pescara. D’accordo, non tutti giocheranno ma la circostanza che quattro grandi protagonisti del recente passato del Delfino sono stati precettati dal C.T. Prandelli per la spedizione azzurra al Mondiale è già un record storico.

Di tutti loro si conosce la storia. Quella di Verratti nasce proprio in Abruzzo, a Manoppello e si scrive a tinte azzurre su pagine bianche a Pescara. Galderisi e Cuccureddu furono i primi ad accorgersi del Bimbo d’Oro, poi lanciato da Di Francesco ad intermittenza e plasmato da Zeman playmaker nella stagione dei record del Delfino. Insieme ad altri due pargoli, Ciro Immobile e Lorenzo Insigne. Il primo ha il giallo nel destino: il “Ciuffo biondo che fa impazzire il Mondo”, contro il Verona in casacca gialla siglò il primo gol ufficiale nel Pescara, quello che diede il via ai 28 gol in biancazzurro che lo laurearono capocannoniere di B, vestirà la maglia gialla con inserti neri del Borussia Dortmund (ufficiale il quinquennale), dopo esser stato il capocannoniere di A con il Toro, e vivrà la sua grande avventura in Nazionale in Brasile, che ha il giallo nella bandiera e che è il colore della Selecao, la grande favorita al Mondiale. Lorenzo Insigne sbarcò a Pescara dopo l’entusiasmate annata di Foggia con Zeman per spiccare poi il volo nella sua Napoli.

Gol, assist e giocate fantastiche lo hanno consacrato ad astro nascente del calcio nostrano. “Sono molto felice per Insigne, le sue doti non sono mai state in discussione”, ha detto Walter Mazzarri a Radio Marte. “Lo feci esordire in massima serie a Livorno quando aveva 19 anni. Lorenzo è un grande professionista, è un ragazzo serio, ha doti importanti ma è anche migliorato. Già con me aveva sempre giocato, è ulteriormente cresciuto quest’anno dopo un’ottima stagione. La sua convocazione ai Mondiali è un successo per tutti coloro che hanno creduto in lui, Santoro (attuale collaboratore all’Inter, ndr) è stato il primo quando tutti erano scettici. Sono fiero di aver partecipato alla sua valorizzazione”. In realtà, il padre putativo di “Lorenzinho” è Zdenek Zeman.

Di Insigne più che di Ciro e Marco, anche loro legatissimi al boemo comunque. “Lò, Marcolino e Ciruzzo a papà… Tutti in Brasile. Che grande soddisfazione. Sono molto felice per i miei ragazzi. Farò il tifo per loro”, ha detto Zeman alla Gazzetta. “Ci tengo a dire una cosa, non sono solo tre bravi a giocare a pallone, sono anche tre bravi ragazzi. Seri, generosi, disponibili. Mi hanno dato tanto e spero di aver dato anch’io loro qualcosa”, continua il boemo. Il “Gufetto di Manoppello”  dice: “Abbiamo iniziato dalla Serie B – e dopo due anni ci troviamo a giocare un Mondiale. E’ bello fare questo torneo con due compagni, con due grandi amici. Per noi Zeman è stato un grande maestro, ci ha dato tanto a livello di gioco e di carattere, ci ha fatto crescere moltissimo. Da quell’anno con lui sono partite le nostre tre carriere”. Il grande Pescara dei Record sbarca in Sudamerica per il Torneo più importante del Mondo, ma a completare il poker tutto pescarese c’è anche un portiere la cui esperienza nella città di D’Annunzio è stata agrodolce.

Mattia Perin è sbarcato l’anno dopo il fantastico trio a Pescara. “Nuovo Buffon” o “Nuovo Zenga” gli appellativi più usati per lui che, preso a pallonate in ogni partita, è stato spesso beccato dal pubblico che gli attribuì l’appellativo di “PaPerin”. Si ricorda una prestazione mostruosa, quella di Firenze, ove sembrava Superman e permise ai biancazzurri di espugnare il Franchi. Tante buone prestazioni, ma anche delle pecche (fisiologiche) per un baby portiere che è destinato a scrivere pagine importanti nel calcio italiano. E intanto Pescara gode e si rallegra di aver visto nascere i “Quattro Moschettieri (Bianc)Azzurri.

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