Brugman & Fiorillo: gol, lacrime e filosofia

Brugman & Fiorillo: gol, lacrime e filosofia

il post Pescara - Vicenza

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Gaston Brugman 2.0, la rinascita. Al cospetto del suo vecchio maestro, Pasquale Marino, che lo scorso anno gli ritagliò un ruolo da protagonista affidandogli le chiavi del centrocampo pescarese, il play sudamericano è tornato titolare ed è tornato al gol. Tutto perfetto, non fosse che per la beffa finale.

“Appena ho visto la palla finire in rete mi sono passati davanti agli occhi sette mesi di sacrifici, di momenti davvero brutti e di grande lavoro”, dice Brugmna. Le immagini del suo pianto liberatorio sono già arrivate oltreoceano, in Uruguay, dove è tornata la sua ragazza proprio alla vigilia di Pescara – Vicenza. “Visto come è andata, credo che la mia Marcela non tornerà”, scherza Brugman, “la dedica è per lei, per la mia famiglia e per tutti coloro che hanno lavorato con me e per me in questi lunghissimi mesi. Peccato che non sia arrivata la vittoria, ma per me sono contento. Ho iniziato in modo nervoso, poi mi sono sciolto. Cosa manca per rivedere davvero il Brugman dello scorso anno? Solo la continuità di impiego. Il bello, insomma, deve ancora venire. Per me e soprattutto per il Pescara”.

Vincenzo Fiorillo, dopo aver sottolineato che il vento è stato un fattore della partita che non ha reso possibile ad ambedue le squadre giocare al meglio, ha una chiave di lettura personale del match. Molto filosofica. “Di certo avremmo meritato qualcosa in più noi rispetto al Vicenza”, dichiara con sicurezza, “il risultato ci sta sicuramente stretto ma preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che quello mezzo vuoto. Ricordiamoci dove eravamo appena due mesi fa e quanta strada abbiamo fatto, io vedo segnali importanti e credo che sia meglio sottolineare questi e non gli errori, che vanno comunque evitati.

Quando prendiamo gol non ci disuniamo più e restiamo in partita, riuscendo anche a tornare avanti nel punteggio. Ragioniamo di squadra e soffriamo tutti insieme, basta vedere lo spirito di sacrificio messo in campo da Caprari e Politano. E non solo da loro. Cosa ho detto dopo il gol incassato allo scadere? Meglio non ripeterlo… Mi sono ripreso le chiavi della porta biancazzurra? Ho sostenuto Aresti ed ho aspettato il mio momento, è tornato il mio turno ma l’importante è il bene di squadra. Mi vuole il Palermo? Sono a metà tra Juve e Samp, i diritti sono dei bianconeri, ma non nascondo che resterei volentieri ancora qua”. Ma sono discorsi prematuri.

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