Baroni e la serenità ritrovata: scherza anche con i giornalisti

Baroni e la serenità ritrovata: scherza anche con i giornalisti

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Marco Baroni a Brescia ha mantenuto la sua panchina. Ma è allenatore troppo arguto ed esperto per sapere che non è ancora al riparo da brutte sorprese. Contro il Frosinone, con un Pescara in piena emergenza causa numerose assenze, dovrà fare punti per non far ripartire il tormentone “Baroni si, Baroni no”. I tre punti di Brescia hanno corroborato classifica e morale, ma “la nottata non è passata”, come direbbero a Napoli.

“Se vivessi con l’incubo dell’esonero non potrei fare questo mestiere”, ha detto più volte. Gli crediamo, non abbiamo motivi per non farlo. Ma sabato non dovrà battere solo l’emergenza e l’avversario di turno, dovrà sconfiggere lo scetticismo che lo circonda e anche uno spettro ingombrante. Sentite Zanon a tal proposito: “Probabilmente a Pescara in molti non si sono tolti dalla testa Zeman e qualunque allenatore arrivi viene messo a paragone con il boemo”, le sue parole in conferenza stampa. Ma questo Baroni lo sa. “E francamente me ne infischio”, per dirla alla Celentano, penserà nel suo intimo. Ma, ovviamente, non può dichiararlo.

Per la prima volta dopo l’exploit di Brescia torna a parlare con la stampa pescarese. L’abbraccio della squadra, guidata da quel Maniero a lungo trascurato, è il punto dal quale Marco Baroni riparte nella sua avventura bis a Pescara. Che non vuole interrompere.

“Un abbraccio spontaneo e proprio per questo bello, ma io non ho mai dubitato Deo miei ragazzi.  Ha un valore importante come crescita della squadra,  però“, dichiara Baroni. “In ottica della nostra crescita avevo già visto buone cose al di là dei risultati,  avevo detto ai ragazzi di non mollare e di crederci.  Ora arriva la prima della classe e anche se siamo molto rimaneggiati è la partita giusta per noi è per valutare il movimento. Sappiamo che sarà difficile, ma abbiamo voglia ed entusiasmo.  Non cerchiamo alibi con le assenze, dobbiamo guardarci dentro e tirare fuori tutto quello che abbiamo da dare. Siamo la squadra forse più penalizzata dalle nazionali in B, però non voglio dire nessun appiglio. Memushaj è una certezza, sapevo che per noi poteva essere un esempio in campo e fuori. Si è sacrificato fuori ogni misura per la squadra, non è una scommessa vinta perché sapevo chi era e cosa poteva dare. Bjarnason?  Non è una scommessa persa. Credo che sia sulla strada buona,  lavora tanto e si conquisterà prestazioni importanti.  Ma può dare di più.  Il gruppo sta prendendo forza e sopperiremo alle assenze anche se dovremo inventarsi qualcosa, specie in mezzo al campo. Magari qualche cambio di ruolo.. proseguirò sula strada di Brescia, Zuparic ha la febbre ma se recupera può essere una soluzione per il centrocampo,  che chiaramente sarà più muscolare. Escludo però che sia Salamon una soluzione in mediana.  Maniero?  Non faccio mai figli o figliastri,  ha avuto anche problemi fisici e ho reputato giusto gestirlo così.  Se poi mi entra in campo in quel modo, lo metterò in campo sempre nel secondo tempo“, chiude Baroni con una battuta.  La serenità è tornata in casaPescara

3 COMMENTS

  1. C’è gente che continua a rimpiangere Zeman. Non riesce ancora a farsi una ragione che a Pescara quel traditore non tornerà più e che ha avuto una gran fortuna di avere insieme i TRE FENOMENI e che questi tre a Pescara non ci saranno più. Ora abbiamo Baroni e i giocatori che abbiamo e con questi dobbiamo vincere. Non piangiamoci addosso; non serve a niente.

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