Pescara sciupone, l’Avellino ringrazia e incassa (3-2)

Pescara sciupone, l’Avellino ringrazia e incassa (3-2)

Il posticipo di B dal sapore playoff

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Avellino – Pescara resterà nella memoria come una ghiotta occasione sprecata dai biancazzurri per lanciarsi in orbita. Vince l’Avellino, ribaltando il risultato dopo che era stato ad un passo dal baratro. Il Pescara passa subito in vantaggio (Pettinari al 12’pt), ha più di un’occasione di raddoppiare ma non chiude il match, lascia in gara l’Avellino, e alla fine torna a casa a mani vuote. Un rigore di Castaldo (18’st), decretato per un fallo di mano di Salamon su cross di Zito (ditanza ravvicinatissima tra i due, però), un gol dello stesso Zito (31’st) ed il sigillo finale di Kone (39’st) condannano i biancazzurri alla sconfitta. Utile solo a fini statistici il gol di Pettinari al 3′ di recupero.

Finisce 3-2. Si ferma così, dopo tre vittorie consecutive, la striscia positiva del Delfino, ma resta il rammarico per una domenica nera che dalle premesse poteva avere ben altri colori. Quali? Quelli biancazzurri.

La gara. Molte sorprese nel Pescara: oltre all’infortunato dell’ultima ora Fiorillo, Baroni lascia fuori Zuparic e Fiorillo e manda in campo Brugman nel 4-3-1-2 dove Melchiorri aprte esterno e Bjarnason trequartista. Nell’Avellino, in campo l’ex Kone, utile negli inserimenti, corsie esterne protette e velleità offensive affidate al tandem Castaldo – Trotta.

Gara molto intensa, ma non spettacolare, sin dall’avvio; la posta in palio, che è altissima, rende il rettangolo di gioco il terreno di battaglia congeniale per i guerrieri in campo, ben rappresentati da Memushaj da una parte e da Kone dall’altra. Il primo tiro è di marca biancazzurra, ma lo shot di Bjarnason è centrale e non molto forte (7′). Al 12′ Pescara in vantaggio: il merito è di Pettinari che di forza sfrutta una verticalizzazione di Brugman e fredda Frattali. I tifosi biancazzurri presenti, circa 300, gioiscono in un Partenio ammutolito dal primo gol in biancazzurro dell’ex Roma. Invece della reazione immediata dell’Avellino, c’è la possibilità di raddoppio del Pescara: Melchiorri in contropiede centra la traversa, grazie anche alla deviazione determinante di Frattali.

L’Avellino appare stordito dal colpo inferto dal Pescara ed Aresti a lungo rimane inoperoso. Rastelli cambia dopo appena 26′ un uomo: esce Fabbro, che già era finito nella lista dei cattivi, ed entra Zito. Al 28′, ancora Frattali protagonista a deviare sopra la traversa un calcio franco di Brugman. I Lupi confermano il loro stato di apatia anche sul finale di frazione di gioco, rimangono praticamente non pervenuti dalle parti di Aresti fino al 3′ minuto di recupero quando il portiere pescarese si esalta su Trotta e vanno al riposo sotto di una rete. Era stato poco prima, però, il Pescara a sfiorare il raddoppio, in ripartenza, con Frattali che però si oppone bene a Bjarnason coprendo sul primo palo.

Si riparte con Politano per Selasi da una parte, e Sbaffo per Bittante dall’altra. L’ex Roma, però, non si piazza nel ruolo di esterno destro, ma come trequartista con Bjarnason che scala in mediana: nessun cambio di modulo, dunque. E’ l’Avellino che deve far la partita, un ko complicherebbe – non poco – i piani playoff di Rastelli e soci. Il Pescara, invece, può gestire la seconda frazione di gioco nel modo più congeniale alle sue caratteristiche: squadra compatta e contropiede.

Al minuto 9, Pisacane dagli sviluppi di un corner ha la palla giusta per griffare l’1-1, ma spara alto da posizione invitante. 5′ dopo, è miracoloso Frattali su un colpo di testa ravvicinato di Politano che conclude un contropiede orchestrato da lui stesso con la collaborazione di Memushaj. I biancazzurri in ripartenza sono pericolosissimi ma non precisi: al 14′ potrebbero raddoppiare, ma la trama imbastita da Politano e Pettinari non trova l’opportuna finalizzazione di Bjarnason. 60” dopo, è il momento di Melchiorri che non trova l’attimo giusto a tu per tu con Frattali per chiudere la gara.

L’Avellino però è vivo e mantenerlo in gara non è cosa buona. Al 17′, un tocco di mano di Salamon su cross di Zito (distanze ravvicinatissime) induce l’arbitro Minelli a decretare il rigore: Castaldo dal dischetto spiazza Aresti. Tutto da rifare al 18′.

Il Lupi si ringalluzziscono e l’inerzia del match sembra cambiare. Il Pescara perde qualche certezza e l’Avellino ne approfitta per alzare il suo baricentro. Al 28′, una girata al volo di Castaldo termina di poco fuori sopra la traversa. Al 31′ l’Avellino ribalta la situazione: Zito, su ribattuta di Aresti ostacolato dal nuovo entrato Comi, di testa gonfia la rete e completa la rimonta. Ed il sorpasso clamoroso.

La gara diventa nervosa, ci sono scontri di gioco poco teneri e l’arbitro fatica a mantenere la calma. Baroni al 37′ getta nella mischia una punta, Caprari, per un centrocampista, Brugman. C’è da portare l’assalto finale per non rimediare una completa beffa. L’ex Kone al 39′ completa l’opera con un tiro da fuori, complice una deviazione di Salamon: è 3-1. “Clamoroso al Partenio”, verrebbe da dire parafrasando una frase storica del calcio dato l’evolversi del match. Il Pescara prova a riversarsi in fase offensiva, ma è troppo tardi. Al 48′ Pettinari accorcia, ma è l’ultima azione di una gara incredibile.

Avellino – Pescara 3-2

Marcatori: 12’pt e 48’st Pettinari (P). 18’st rig. Castaldo (A), 31’st Zito (A), 39’st Kone (A)

Avellino: Frattali; Pisacane, Fabbro (26’pt Zito), Chiosa, Visconti, Almici, Arini, Kone, Bittante (1’st Sbaffo), Castaldo, Trotta (27’st Comi). All. Rastelli

Pescara: Aresti; Zampano, Fornasier, Salamon, Pucino, Memushaj, Selasi (1’st Politano), Brugman (37’st Caprari), Bjarnason, Pettinari, Melchiorri. All. Baroni.

Arbitro: sig Daniele Minelli di Varese (assistenti: Valentino Paiusco di Vicenza ed Emanuele Prenna di Molfetta; quarto uomo Riccardo Panarese di Lecce).

Ammoniti: Fabbro, Pisacane, Zito, Kone (A), Pucino, Memushaj (P)

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